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Associazioni sportive dilettantistiche: conviene iscriversi al RUNTS?

Con l’avvio dell’operatività del Registro unico nazionale degli enti del Terzo settore (RUNTS), le associazioni sportive dilettantistiche dovranno scegliere se iscriversi o meno nel Registro, in base a delicate valutazioni, non solo di tipo economico-fiscale. Le ASD che non si iscriveranno nel RUNTS potranno continuare a fruire della decommercializzazione dei “corrispettivi specifici” e del regime forfetario agevolato ex legge 16 dicembre 1991, n. 398. Iscrivendosi al RUNTS, perderanno tali agevolazioni, ma ne acquisiranno altre, come i nuovi regimi forfetari previsti per gli ETS.

Caratteristiche e requisiti delle ASD Le associazioni sportive dilettantistiche (di seguito “ASD”) sono enti non profit di tipo associativo, che possono avere o meno personalità giuridica, e che hanno finalità istituzionali di tipo sportivo e ricreativo, per le quali l’utile non è lo scopo, ma, eventualmente, un obiettivo secondario per il finanziamento dell’attività sportiva, che riveste una particolare rilevanza sociale. I requisiti per la regolare costituzione di una ASD sono stati stabiliti per la prima volta dall’art. 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, che, prevede, tra le altre cose:

l’assenza dei fini di lucro;

il divieto di distribuzione dei proventi tra gli associati, anche in modo indiretto;

l’obbligo di devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento dell’associazione;

l’obbligo di iscrizione nel registro del CONI (è, quindi, necessario che l’ente svolga un’attività riconosciuta dal CONI).

Le clausole statutarie previste per le ASD dall’art. 90 della legge n. 289/2002 sono volte a garantire il carattere di ente senza scopo di lucro e l’effettività del rapporto associativo e, pertanto, sono anche la condizione per l’applicabilità del regime fiscale agevolato di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398.

La tassazione diretta delle ASD: decommercializzazione dei “corrispettivi specifici” Dal punto di vista fiscale, le ASD sono enti non commerciali rientranti nell’art. 73 del TUIR e, in via di principio, sono soggette all’IRES ordinaria, sebbene, in concreto, tali enti possano usufruire di un re- Associazioni sportive dilettantistiche: conviene iscriversi al RUNTS? MySolution | Circolare Monografica | 18 marzo 2021 2 gime tributario di favore ai fini delle imposte dirette (quello di cui al comma 3 dell’art. 148 del TUIR e quello ex legge n. 398/1991). Per le ASD, in base al comma 3 dell’art. 148 del TUIR, non si considerano commerciali e sono, quindi, completamente detassate ai fini IRES le cessioni di beni e le prestazioni di servizi a favore degli iscritti, associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, denominati anche contributi e quote supplementari, in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. L’agevolazione spetta anche se le predette attività sono svolte a favore di:

iscritti, associati o partecipanti di altre associazioni affiliate alla stessa Federazione sportiva nazionale/Ente di promozione sportiva/Disciplina sportiva associata cui appartiene l’associazione sportiva dilettantistica che percepisce i corrispettivi;

tesserati sportivi aderenti alla stessa Federazione sportiva nazionale/Ente di promozione sportiva/Disciplina sportiva associata cui appartiene l’associazione sportiva dilettantistica percipiente. Le predette attività a fronte di corrispettivi specifici anche ai fini IVA sono considerate attività non commerciali (ex art. 4 del D.P.R. n. 633/1972).

Il regime forfetario dei proventi commerciali ex legge n. 398/1991

Accanto alla detassazione dei “corrispettivi specifici”, è previsto che le ASD, a condizione che nell’anno precedente abbiano percepito o fatturato proventi da attività commerciale per un importo non superiore a 400.000 euro, possono applicare agli eventuali proventi “commerciali” lo speciale regime forfetario di cui alla legge n. 398/1991, di seguito illustrato, all’ulteriore condizione, tuttavia, che tali proventi commerciali siano connessi agli scopi istituzionali e, quindi, strutturalmente funzionali all’attività sportiva. Questo requisito della connessione è lo stesso requisito richiesto anche per la Associazioni sportive dilettantistiche: conviene iscriversi al RUNTS? MySolution | Circolare Monografica | 18 marzo 2021 3 detassazione delle attività svolte verso “corrispettivi specifici” a favore degli associati (ex art. 148, comma 3, del TUIR).

In base al regime ex legge n. 398/1991, ai fini delle imposte dirette, agli eventuali proventi commerciali incassati o fatturati dall’ASD, entro il tetto di 400.000 euro di proventi, si applica un coefficiente di redditività del 3 per cento, per addivenire a uno dei componenti della base imponibile IRES. Per calcolare il reddito complessivo IRES, infatti, a questo 3 per cento (che è un reddito d’impresa) si dovranno aggiungere le eventuali plusvalenze patrimoniali, i redditi fondiari (di terreni e fabbricati), di capitale e diversi, secondo quanto previsto dagli artt. 143 ss. del TUIR.

Ai fini IVA, per le predette attività commerciali connesse, il regime della legge n. 398/1991 prevede una detrazione forfetizzata pari al 50 per cento dell’IVA relativa alle operazioni imponibili.

Per le cessioni o le concessioni di diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica, la predetta detrazione forfetaria spetta, invece, in misura pari a un terzo dell’IVA applicata.

La scelta delle ASD in merito all’iscrizione al RUNTS L’iscrizione al nuovo Registro unico nazionale degli enti del Terzo settore, di cui al D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (di seguito “RUNTS”), è una facoltà e non un obbligo. Fatta questa premessa, l’attività sportiva dilettantistica svolta dalle ASD è senza dubbio un’attività associativa e di utilità sociale, senza scopo di lucro, che, quindi, combacia con le forme giuridiche e i requisiti previsti per i nuovi enti del Terzo settore dall’art. 4 del D.Lgs. n. 117/2017 (il codice del Terzo settore, di seguito “CTS”). In particolare, l’organizzazione e la gestione di attività sportive dilettantistiche è espressamente elencata nel novero delle attività di “interesse generale”, che gli ETS devono svolgere in via principale o esclusiva (ex art. 5 del CTS).

Mentre, come accennato, le ASD che non si iscriveranno al RUNTS continueranno ad applicare la decommercializzazione ex art. 148 del TUIR e la legge n. 398/1991, diversamente, le associazioni culturali, di promozione sociale e di formazione extra scolastica della persona sono tutti enti che non potranno più beneficiare della decommercializzazione ex art. 148, comma 3, del TUIR, a prescindere dalla loro iscrizione o meno nel RUNTS. Ciò avverrà a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di ottenimento dell’autorizzazione della Commissione europea ai nuovi regimi fiscali degli ETS e, in ogni caso, non prima del periodo d’imposta successivo a quello di inizio dell’operatività del RUNTS.

Con l’iscrizione nel RUNTS le ASD:

a. perderanno la decommercializzazione dei “corrispettivi specifici” ex art. 148 del TUIR, salvo che non si trasformino in APS e, in tale caso, beneficeranno di una norma analoga;

b. dovranno rinunciare anche al regime di cui alla legge n. 398/1991, che consente la tassazione con una base imponibile di solo il 3 per cento dei proventi da attività commerciali connesse a quelle istituzionali : (entro il tetto di 400.000 euro di proventi) e la detrazione IVA forfetaria del 50 per cento;

c. ma potranno godere del regime forfetario agevolato per le attività commerciali degli ETS e, eventualmente, di quello riservato alle associazioni di promozione sociale, se decideranno di trasformarsi in tale tipo di ente.

 

Scritta il 18/03/2021